10.1. Come mai in rete si trovano
tanto software gratis?
P N - V
Se avete già navigato in rete per qualche periodo, e in particolare vi siete collegati a qualche sito FTP, sarete certamente rimasti stupiti dalla quantità di software e dati di ogni tipo che si possono trovare in rete, e che potete prelevare gratuitamente (ossia, al solo costo del collegamento). In effetti, bisogna subito eliminare una grande confusione che gli utenti fanno a questo riguardo: il fatto che voi possiate prelevare qualcosa gratuitamente non significa affatto che voi possiate usarlo gratuitamente. La grande maggioranza del software che voi trovate nei siti FTP o sul World Wide Web è commercializzato secondo una formula detta shareware, che vi permette di prelevare gratuitamente il prodotto e di testarlo per un certo periodo di tempo prima di decidere se acquistarlo o no. (Maggiori dettagli nel paragrafo seguente...) Tuttavia, una parte considerevole dei programmi che trovate, e inoltre praticamente tutte le immagini, le FAQ, gli ipertesti possono essere prelevati ed utilizzati gratuitamente.
Il motivo per cui esiste qualcuno - anzi, molte persone - che provvede a mettere gratuitamente a disposizione di tutti qualcosa da lui realizzato è il solito principio dello scambio reciproco, su cui storicamente si è basata la rete: poichè molte persone si comportano in questo modo, ciascun utente si trova a disposizione una grande quantità di materiale gratuito, per cui ha interesse a far sì che ancora più persone si comportino in questo modo e in particolare a contribuire egli stesso. Molti programmatori dilettanti mettono a disposizione di tutti i propri programmi, spesso scritti in origine per uso personale, anche perchè in questo modo possono farsi conoscere; molti programmatori professionisti scelgono lo shareware come formula di commercializzazione perchè gli permette di raggiungere facilmente un numero maggiore di potenziali clienti a costo minore rispetto alla distribuzione nei negozi.
Quando si passa dal campo della programmazione a campi ancora più amatoriali, come ad esempio i fumetti o la musica, spesso si verifica un "effetto gruppo": alcune persone cominciano a raggrupparsi e a conoscersi, ad esempio dentro una mailing list o un newsgroup, oppure tramite pagine Web, e quindi decidono di mettere vicendevolmente a disposizione il materiale di cui dispongono, ad esempio trasportando immagini su computer tramite scanner, trasferendo testi da carta a dischetto, digitalizzando brani sonori; dopodichè, viene creato un archivio che di norma è liberamente accessibile da qualunque altro utente della rete. In questo modo altre persone con gli stessi interessi, richiamate dall'archivio, entrano a far parte del gruppo ed esso si allarga per la gioia di tutti i partecipanti.
I programmi sono solitamente distribuiti in rete in un unico file, archiviato (per i programmi per PC, solitamente con PkZip) e avente un nome che richiama non solo il nome del programma, ma anche la sua versione. Difatti i programmi vengono periodicamente aggiornati - e in rete questo avviene ad una velocità molto maggiore rispetto ai programmi acquistabili nei negozi, per cui è vitale conoscere la versione del programma contenuta nell'archivio per decidere se conviene prelevarlo o se invece ne possediamo una versione più recente. Tanto per fare un esempio, il famosissimo antivirus Scan viene distribuito in file che portano il seguente nome: SCN-nnnE.ZIP dove al posto di nnn vi è il numero di versione: ad esempio la versione 2.2.6. era contenuta nel file SCN-226E.ZIP.
All'interno di ciascuno di questi archivi è contenuto un file, solitamente denominato README.TXT, che contiene, oltre alle istruzioni per l'installazione, anche le condizioni di licenza alle quali il programma viene fornito.
10.2. Che cosa vuol dire "shareware",
"public domain"... ?
P N - V
Ciascun programma disponibile in rete viene distribuito insieme ad opportune condizioni di licenza, che stabiliscono chi e come è autorizzato ad usarlo e se egli deve corrispondere un prezzo d'acquisto o no. Talvolta queste condizioni sono contenute in un file a parte, ad esempio LICENSE.TXT o REGISTER.TXT, ma dovreste comunque trovare indicazioni nel file README. È quindi opportuno, prima ancora di installare il prodotto, leggere questo file per capire a quali condizioni potrete usarlo. Alcuni programmi, comunque, vi presentano le condizioni di licenza durante l'installazione o al primo caricamento, e vi richiedono di accettarle "esplicitamente" premendo un bottone identificato da scritte come I Agree o Accept License. In questo caso, premendo il bottone accettate ai fini legali tutte le condizioni di licenza e vi impegnate a rispettarle (cosa che comunque vale anche per i programmi che non richiedono l'accettazione esplicita...)
Nel corso del tempo sono entrati nell'uso comune alcuni nomi particolari per indicare alcune condizioni di licenza più o meno standardizzate.
Esistono poi molte combinazioni dei casi suddetti; quasi ogni autore
si inventa una propria modalità per scoraggiare l'uso non autorizzato.
Comunque sia, per poter usare un programma shareware in permanenza e nel
pieno delle sue funzionalità esiste l'obbligo (perlomeno
dal punto di vista morale) di acquistarlo, ossia di registrarsi
(to register) come utente autorizzato. La registrazione avviene
in modo diverso da programma a programma, ma comporta normalmente il pagamento
di una somma di denaro all'autore. Se il programma è crippleware
o nagware, in cambio l'autore provvederà - inviando un dischetto
con un nuovo archivio o una password - ad eliminare le limitazioni o le
azioni di disturbo.
Esistono anche programmi con licenze di tipo particolare: ad esempio Netscape è freeware (ad alcune condizioni) per studenti universitari o per l'uso domestico, ma è shareware per l'uso in azienda o per l'installazione in più copie.
Può capitare anche di trovare in vendita a basso prezzo, ad esempio su CD-ROM, raccolte di software PD, freeware o shareware. Normalmente, difatti, le licenze di questi programmi prevedono che essi, sebbene di copia e uso parzialmente o totalmente gratuito, possano essere inseriti in raccolte di software per le quali viene richiesto un compenso in denaro, a patto che il prezzo richiesto sia tale da coprire esclusivamente le spese di pubblicazione (stampa dei CD, distribuzione...) più un piccolo margine. Tuttavia, acquistando una raccolta di questo tipo si acquista soltanto la possibilità di leggere e copiare gli archivi in essa contenuti; se essi contengono programmi shareware che si desidera utilizzare, bisognerà poi provvedere ad "acquistarli" in senso vero e proprio, registrandosi e corrispondendo direttamente all'autore il relativo prezzo.
Si noti che in generale la "libertà di copia" concessa vale soltanto a patto che l'archivio sia mantenuto integro e non modificato (ossia, è possibile copiare l'archivio originale ma non i singoli file in esso contenuti).
10.3. Posso copiare tutti i testi
che leggo e tutte le immagini che vedo?
- N E V
Materialmente, il vostro browser vi permette di salvare sull'hard disk gli ipertesti che leggete, effettuandone quindi una copia. Tuttavia, la possibilità informatica non implica la possibilità legale...
In generale, Internet favorisce la circolazione delle informazioni, e inoltre chi tace acconsente; pertanto in assenza di indicazioni ci si potrebbe ritenere autorizzati a copiare l'ipertesto, specialmente se per uso personale. Tuttavia, non va dimenticato che l'autore delle pagine possiede comunque diritti d'autore su di esse: bisogna quindi chiedere l'autorizzazione all'autore delle pagine ad esempio se su di esse viene riportata una indicazione di copyright, o se esse riproducono materiale protetto da copyright (posto che esso sia stato riprodotto a norma di legge, il che non avviene quasi mai). Ovviamente, gli autori non desiderano essere seccati per questioni simili, anche perchè la prassi è quella di copiare tutto senza problemi; per questo motivo talvolta le condizioni di copyright vengono indicate in una delle pagine dell'insieme di ipertesti posti nell'area dell'autore.
Un discorso completamente diverso si apre se volete copiare l'ipertesto per inserirlo sulle vostre pagine in rete o se volete riprodurlo in qualsiasi altra situazione diversa dall'uso personale (che so, un libro su Internet, un CD-ROM...): in questo caso è sempre necessario chiedere l'autorizzazione all'autore.
Le stesse regole valgono per i libri elettronici o per altri testi anche non inseriti nel Web: spesso essi sono liberamente distribuibili (rientrano tipicamente in questa categoria le FAQ, le RFC, e molti altri testi) ma talvolta essi riportano specifiche indicazioni di copyright che vanno rispettate.
Analogamente, in rete troverete grandi quantità di immagini. All'atto pratico, chiunque può copiarle e distribuirle senza problemi tecnici; tuttavia molte delle immagini che percorrono la rete sono protette da copyright e non potrebbero quindi essere copiate. Spesso il copyright è indicato esplicitamente, e in questo caso le immagini non devono assolutamente essere copiate senza l'autorizzazione del possessore dei diritti. Succede inoltre di trovare in rete riproduzioni di immagini protette da copyright - ad esempio fumetti. In questo caso, la persona che ha trasferito quelle immagini da carta a formato binario ha violato le leggi sul copyright, a meno che non lo abbia fatto dietro autorizzazione.
D'altra parte, fino a poco tempo fa il numero degli utenti della rete era talmente esiguo che queste violazioni venivano sostanzialmente tollerate dagli autori, posto che essi se ne accorgessero, anche perchè le leggi vigenti - in particolare in Italia - ignoravano completamente il caso specifico della riproduzione binaria. Vista però la crescente diffusione di Internet, non è improbabile che in un futuro prossimo si cominci a porre maggiore attenzione al rispetto dei diritti d'autore su tutto il materiale reperibile in rete (il che, per quanto doveroso, potrebbe rivelarsi rovinoso per molti dei gruppi di interesse hobbistico in rete, ad esempio per i fan dei fumetti giapponesi o di molti gruppi rock che si scambiano digitalizzazioni delle canzoni e bootleg tramite la rete). Esistono d'altra parte alcuni (pochi) scrittori ed autori che hanno pubblicato gratuitamente le proprie creazioni su Internet e le hanno messe a disposizione di tutti gli utenti.
10.4. Posso prendere programmi in
un sito e copiarli ad un altro?
- N E V
Negli utenti di computer che non sono abituati all'uso di Internet o di un sistema di comunicazione più ridotto come ad esempio una BBS, è stato a fatica inculcato negli ultimi anni il seguente principio: "Copiare software è un reato". Tuttavia, la rete si basa essenzialmente sul principio opposto: "Copiare software è opera meritoria". Le due cose non sono affatto in contraddizione, perchè si riferiscono a tipi di software diversi.
Il primo principio, quello che vieta la copia, riguarda tutto il software comunemente venduto nei negozi; esso viene venduto a condizioni di licenza che ne vietano la copia e la redistribuzione in qualsiasi modo (a parte licenze particolari). Questo principio sarebbe stato però estremamente scomodo da applicare su una rete, dove i negozi non esistevano e le transazioni in denaro erano insicure e laboriose. Per questo motivo, sulla rete ha trionfato l'idea opposta: gli utenti sono incoraggiati a copiare il software, a mostrarlo ai propri amici, e a redistribuirlo in qualsiasi modo, ad esempio scaricandolo su altri siti che non lo posseggono. Questo perchè la modalità di commercializzazione è una di quelle in precedenza indicate (PD, freeware, shareware...), che cercano di diffondere il prodotto semplicemente facendolo circolare e permettendo ad un grande numero di utenti di provarlo gratuitamente.
Ovviamente, bisogna stare attenti a non confondere il tipo di software con il mezzo attraverso cui viene diffuso. Succede talvolta - molto raramente, in verità - di incontrare in rete un programma commercializzato nei negozi: in questo caso, il fatto che esso sia posto in rete, magari in un luogo accessibile a tutti, non vi autorizza nè a copiarlo nè a redistribuirlo, anzi queste azioni costituiscono un reato esattamente come se voi compraste i dischetti pirata del programma. Al contrario, qualsiasi programma shareware distribuito in rete può di solito essere trasferito e distribuito su dischetto e perfino venduto in un negozio, a patto che il prezzo sia tale da coprire soltanto le spese del negoziante.
Se scoprite da qualche parte un programma "copiabile" che ritenete interessante per altri utenti della vostra zona, compirete un'azione meritoria se provvederete a copiarlo anche in uno dei siti FTP a voi vicini, ad esempio quello della vostra azienda o provider o università. Non tutti i siti accettano programmi dagli utenti, ma la maggior parte lo fa, predisponendo una directory denominata incoming o uploads posta nella root directory. In questo caso, scaricare un nuovo programma in una di queste directory farà sia la felicità degli altri utenti del sito, sia quella dei possessori del sito - che grazie alle vostre contribuzioni renderanno il loro computer ancora più interessante - sia quella dell'autore del programma, che vedrà aumentare il numero dei potenziali utenti o clienti.
Ciascun sito FTP predispone normalmente una serie di istruzioni, memorizzate nella root directory o visualizzate all'atto del collegamento, per chi vuole scaricare in essi nuovi file. È normalmente opportuno segnalare con un E-mail agli amministratori del sito la presenza del nuovo file, magari insieme ad una breve descrizione.
10.5. Chi è responsabile
per quello che io faccio sulla rete?
P N E V
La questione della responsabilità delle azioni commesse tramite un sistema informatico è tuttora aperta, specialmente in Italia dove raramente le leggi riescono a tenere il passo dell'evoluzione della società. Da pochi anni è in vigore una legge che riguarda esplicitamente i diritti d'autore sul software; tuttavia essa, se da una parte affronta e reprime con severità la diffusione di software non originale, come richiesto dalle aziende produttrici, dall'altra si dimentica quasi totalmente degli aspetti legati alla comunicazione e al comportamento dei singoli utenti.
Allo stato attuale, sebbene ovviamente ogni persona risponda delle proprie azioni, il proprietario di un sistema informatico (sia esso un computer connesso a Internet, una BBS...) è responsabile di tutte le azioni compiute dai suoi utenti, di tutto il software posto su di esso e di tutte le affermazioni compiute dai suoi utenti e memorizzate su di esso, ad esempio su aree di discussione o pagine del Web. In prima approssimazione, un insieme di ipertesti del World Wide Web dovrebbe essere equiparato dalla legge ad una pubblicazione cartacea, e pertanto il proprietario del sistema risponde di tutto quello che c'è sopra.
Questo è un notevole ostacolo alla partecipazione attiva alla rete: difatti molti gestori di sistema non mettono a disposizione dei propri utenti spazi per la pubblicazione di proprie pagine non tanto per motivi tecnici, ma per non rischiare poi di venire chiamati in causa per un eventuale uso improprio che ne venisse fatto. Certo, è possibile stipulare contratti che comportino una possibilità di rivalsa verso l'utente finale, ma la responsabilità del proprietario del sistema difficilmente può venire eliminata.
Consigli di navigazione:
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Michele Daniele, E&T