Si è già detto che gli inquinamenti sono fonti di "distruzione" di acqua, nel senso che rendono non utilizzabili per altri le riserve e risorse esistenti Gli inquinamenti provengono dalle attività di produzione delle merci e di uso delle merci, quindi dipendono dalla quantità e dalla qualità delle merci che attraversano la tecnosfera. Ogni processo di produzione e di uso delle merci comporta l’immissione di scorie, più o meno tossiche, gassose, liquide o solide, nei corpi riceventi ambientali che sono l’atmosfera, il suolo - e le acque superficiali e sotterranee.
Piccole quantità di agenti altamente tossici (per esempio i pesticidi) dispersi nel suolo e da qui nelle falde idriche sotterranee, possono contaminare, e quindi rendere inutilizzabili come acqua potabile, grandissime riserve di acqua.
Una efficace azione di "difesa" delle acque contro gli inquinamenti presuppone lo sviluppo di ricerca scientifica, di educazione personale e familiare, l’aumento della cultura industriale, per identificare come è possibile progettare merci meno inquinanti, come è possibile usare meglio gli oggetti della nostra vita quotidiana.
Anche qui il ruolo dell’informazione e dell’educazione è primario: si tratta di sollecitare nei cittadini, ma soprattutto nei ragazzi, una migliore comprensione di tutto ciò con cui si viene a contatto, che si usa, e di chiedersi, in ogni caso, "che cosa succede" della merce dopo l’uso, sia essa un detersivo, o il cibo, come ciascuna merce viene trasformata durante l’"uso", e dove vanno a finire i residui, o gli escrementi umani e animali, o le scorie solide.