TIPI DI INQUINAMENTO
Rispetto
alla loro differenziazione nel ciclo naturale:
·
INQUINAMENTO DELLE ACQUE
SUPERFICIALI
·
INQUINAMENTO DELLE ACQUE
METEORICHE
·
INQUINAMENTO DELLE ACQUE
SOTTERRANEE
Rispetto
alla loro provenienza d'uso:
·
INQUINAMENTO DI NATURA AGRONOMICA
·
INQUINAMENTO DELLE
ACQUE DI SCARICO DI CIVILI
ABITAZIONI
· INQUINAMENTO DELLE ACQUE DI SCARICO DELLE INDUSTRIE
Rispetto
alla tipologia del contaminante:
·
INQUINAMENTO FISICO
·
INQUINAMENTO BIOLOGICO
·
INQUINAMENTO
MICROBIOLOGICO
INQUINAMENTO
DELLE ACQUE SUPERFICIALI Quando vengono immesse acque non trattate nei
corsi d’acqua naturali si ha l’inquinamento del ricevitore finale, che è il
mare, provocando il fenomeno dell’eutrofizzazione (processo
che provoca un aumento di sostanze nutritive comportando la crescita abnorme
di alghe e altre piante verdi acquatiche) causato , in
particolare, da sostanze come fosforo e azoto provenienti dall’agricoltura intensiva
delle grandi e fertili pianure o provenienti dagli scarichi urbani dei
grandi agglomerati a seguito dell’uso intensivo di detersivi ed
altri prodotti chimici utilizzati anche nei processi produttivi. L’uomo ha impresso la propria orma
devastatrice anche sui corsi d’acqua: ne ha modificato il regime idraulico; ha distrutto la vegetazione
di greto e di sponda; ha diminuito il potere depurativo delle acque e ne ha
innalzato la temperatura, eliminando la vegetazione delle rive, fonte di
ombreggiamento. Il problema dell'inquinamento delle
acque si presenta anche ad alte quote,
perché ormai anche qui si sono accumulate sostanze nocive e tossiche: il
ghiaccio non solo è acido, ma contiene DDT, piombo, mercurio, zolfo e,
dopo il disastro di Chernobyl, sostanze radioattive. Le acque che filtrano dalle montagne, raccolte anche dai nevai, sono dunque inquinate alla fonte, ma acquistano livelli di inquinamento man mano che scendono a valle e incontrano le opere dell’uomo: villaggi senza reti fognarie adeguate né impianti di depurazione; industrie, strutture zootecniche e agricole che non osservano le norme dell’unica legge esistente in materia di inquinamento delle acque (la legge Merli). Così un problema cruciale che si sta ponendo è quello dell’approvvigionamento di acqua potabile e della "potabilizzazione" di quella che non lo è. |
INQUINAMENTO
DELLE ACQUE SOTTERRANEE Anche l’acqua sotterranea può
essere contaminata dalle attività antropiche. Il rifornimento idrico di acqua potabile in Italia
si suddivide in prelievi d’acqua superficiale e sotterranea (di falda); è
molto frequente il prelievo di acque sotterranee tramite i pozzi.
L’inquinamento delle acque di falda è meno facile da percepire e immaginare,
in quanto è ancora molto diffusa la convinzione che le acque nel sottosuolo
siano protette e risultino sempre e comunque di buona qualità. Questa
convinzione si dimostra, purtroppo in molti casi, priva di fondamento. Le rocce che costituiscono il sottosuolo,
siano esse lapidee (es. granito) o sciolte (es. ghiaie), possono contenere un
certo numero di spazi vuoti, più o meno intercomunicanti; il numero di spazi
vuoti è definito porosità totale. La capacità della roccia di
lasciarsi attraversare dall’acqua è invece detta permeabilità. Dalle
condizioni di porosità e permeabilità delle rocce del sottosuolo, dipende la
possibilità di formazione di una falda idrica. La falda idrica è costituita da una
porzione di sottosuolo in grado di contenere acqua (formazione
idrogeologica), caratterizzata quindi da porosità e permeabilità. La falda è
delimitata inferiormente da uno strato impermeabile, ad esempio di argille,
che consente l’accumulo di acqua nella zona sovrastante. In particolare si
parla di falda freatica per indicare quei flussi idrici nel
sottosuolo la cui alimentazione è assicurata dall'infiltrazione verticale e
che superiormente è a contatto con una zona di suolo non satura d'acqua. Si
parla invece di falda artesiana quando lo strato permeabile saturo
d'acqua è compreso fra due strati impermeabili di suolo; la falda
semiartesiana è invece quella in cui lo strato di suolo superiore che la
separa dalla falda freatica sovrastante o dal terreno non saturo è
parzialmente impermeabile. L’inquinamento delle falde è molto
pericoloso, dal punto di vista della tutela dell’acqua come risorsa
dell’uomo. Le acque sotterranee, infatti, una volta inquinate, hanno uno
scarso potere depurativo e mostrano tempi di recupero della qualità
originaria molto lunghi. Il grado di vulnerabilità di una falda agli
inquinamenti si stabilisce valutando i seguenti fattori:
In riferimento a quest’ultimo fattore,
bisogna considerare che un corso d’acqua disperdente può veicolare in
falda sostanze inquinanti. |
DI NATURA AGRONOMICA
Dagli anni '60 in poi i concimi naturali sono andati sempre più scomparendo, sopraffatti da quelli chimici, come: azoto, fosforo e potassio. Gli elementi più determinanti ai fini dell’inquinamento sono l’azoto (che viene impiegato per incrementare le produzioni delle colture), il fosforo e in minima parte anche il potassio. Oggi molti agricoltori continuano ad impiegare ancora grandi quantità di concimi chimici azotati e ciò comporta problemi a carico dell’ambiente essenzialmente per tre motivi:
1) le piante assorbono l’azoto in modo limitato e in quantità variabile a secondo delle condizioni ambientali e del tipo di concime impiegato (nitrico o ammoniacale) 2) lo scarso potere di trattenuta del terreno dell’azoto. Ciò avviene principalmente per la forma nitrica, la quale essendo solubile viene dispersa nella falda acquifera, mentre la forma ammoniacale, essendo trattenuta dal potere assorbente del terreno, viene rilasciata gradatamente e quindi utilizzata dalle piante; 3) la somministrazione di urea, di concimi ammonici, liquami ed altri residui organici si forma dell’ammoniaca gassosa. Quest’ultimo fattore implica un altro tipo di inquinamento, infatti nella troposfera l’ammoniaca, a seguito della trasformazione in ossidi di azoto, può rimanere inalterata per poi ritornare sulla terra e sui corpi idrici superficiali per effetto delle piogge o della deposizione di particelle solide. Gli ossidi di azoto quindi possono reagire con l’ozono comportando un aggravio in merito alla formazione del cosiddetto "buco dell’ozono". L’eccessivo uso di azoto provoca non solo l’inquinamento dell’ambiente per l’accumulo di sostanze chimiche, ma anche una certa tossicità alle piante, una loro maggiore sensibilità agli attacchi parassitari, alle escursione termiche, il ritardo nella maturazione, come nel caso dei cereali, che implica una minore resistenza alla siccità primaverile. L’inquinamento più grave è però procurato alle falde acquifere e, in ultima analisi, ai bacini di scarico finali come fiumi, laghi e mare. Anche nei terreni in pendio possono verificarsi perdite di azoto per ruscellamento superficiale e per erosione. Per quanto riguarda il fosforo, esso viene trattenuto nel terreno in funzione direttamente proporzionale alla sua acidità. Ciò comporta l’impossibilità di una sua lisciviazione e pertanto un impatto non eccessivamente negativo sull’ambiente, a cui di contro corrisponde anche un effetto praticamente inutile sulle colture. Quindi in ultima analisi il danno maggiore è di tipo economico ed a carico dell’ingenuo agricoltore. |
I fitofarmaci sono dei prodotti chimici che difendono la pianta dalle avversità di natura fungina (anticrittogamici) e di natura animali (insetticidi e acaricidi) e dalla competizione idrica e nutritiva delle piante infestanti (diserbanti). I fitofarmaci comportano effetti tossici nei tre ambienti: aria, acqua e terra. Le conseguenze che subisce l’ambiente sono dirette e di tipo tossico non solo verso gli organismi viventi da controllare ma anche verso gli altri esseri come insetti, api, uccelli, pesci e le piante. e rappresenta il vero scopo della somministrazione di questi prodotti è proprio l’ottenimento dell’effetto tossico a carico di alcuni organismi viventi. Sfortunatamente non sono gli unici a subirne le conseguenze, infatti indirettamente viene sconvolto l’equilibrio ecologico della fauna, a causa della indiscriminata morte sia dei parassiti che degli entomoparassiti, ovvero quegli insetti "buoni" che svolgono azione di controllo contro gli insetti dannosi alle piante. Nel suolo un fitofarmaco va incontro a diversi processi: all’assorbimento da parte del suolo, all’assorbimento da parte della pianta al suo trasporto fino a raggiungere i corpi idrici sotterranei. Se il suolo è ben dotato di sostanze organiche il passaggio del fitofarmaco in profondità viene ostacolato, ,limitandone così la diffusione e favorendo i processi di assorbimento da parte della coltura. Quantità eccessive di fitofarmaci causano un inquinamento sia delle acque profonde che di quelle superficiali. Col passare del tempo la coltura lo assorbe in quantità così grandi, che accumulati possono originare fenomeni di tossicità nei consumatori. I fitofarmaci si diffondono nell’ambiente anche a causa delle condizioni metereologiche, infatti le acque superficiali grazie al principio attivo trasportano il materiale solido che lo ha inglobato. Il processo fondamentale per il disinquinamento del terreno è la degradazione per via biologica. Questa operazione viene fatta da specie aerobiche in terreni con giusta umidità e ottima aerazione per favorire lo sviluppo e l’attività microbica. L’inquinamento del terreno dipende dalla persistenza nel tempo degli agenti inquinanti apportati dai fitofarmaci; questi sono influenzati dai fattori climatici che decisamente caldi possono favorire la volatilizzazione. |
USI |
DOMESTICI |
L’acqua potabile, al costo medio di una lira e mezzo al litro, arriva
nelle nostre case attraverso una rete di distribuzione principale, da dove poi
si dirama in tutto l’ambiente domestico, ove ne usufruiamo destinandola per i
nostri svariati usi, quali: pulizia personale, domestica, per bere e per
cucinare. Dopo l'utilizzo , per scopi domestici, l'acqua assume un aspetto molto torbido, contiene sostanze
organiche putrescibili, solidi in sospensione ed una micloflora specifica con
presenza di forme patogene e parassitarie. I principali costituenti chimici
del cosìddetto" liquame urbano" sono carboidrati, amminoacidi,
proteine, grassi animali e vegetali, urea ed il suo prodotto di degradazione
l' ammoniaca, saponi e detergenti. Il liquame va poi attraverso appositi
scarichi confluendo poi generalmente nelle fognature pubbliche. La legge 10 maggio 1976 n.319, nota
come "legge Merli", regolamentando in tutto il territorio nazionale
gli scarichi civili e produttivi , detta le norme per la tutela delle acque
dall'inquinamento. La disciplina degli scarichi degli insediamenti
civili che non recapitano in pubbliche fognature insieme con i
piani di risanamento delle acque sono state demandate alle regioni . |
Per
essere dichiarata potabile, l’acqua deve essere insapore, incolore, inodore,
limpida, fresca e priva di germi patogeni. Le acque disponibili hanno
diversa composizione a seconda dell’origine e possono considerarsi potabili
solo se rispettano importanti parametri: |
||||
Parametri |
Espressione dei risultati |
Valori guida(VG) |
Concentrazione max ammissibile |
Osservazioni |
Colore |
mg/l(scala Pt/Co) |
1 |
20 |
- |
Torbidità |
mg/l SiO2 (Unita’ Jackson) |
1 0,4 |
10 4 |
Assenza di materiali grossolani |
Odore |
Tasso di diluizione |
0 |
2
a 15°C 3
a 25°C |
Da confrontare con le determinazioni olfattive |
Sapore |
Tasso di diluizione |
0 |
3
a 12°C 3
a 25°C |
Da confrontare con le determinazioni gustative |
Temperatura |
°C |
12° |
25° |
- |
Concentrazione |
pH |
6,5
< pH < 8,5 |
- |
L’acqua non dovrebbe essere aggressiva. Valori massimi ammissibili: 6,0<
pH < 9,5 |
Conducibilità elettrica |
mS cm-1 a 20°C |
400 |
- |
- |
Cloruri |
mg/l Cl |
25 |
- |
Concentrazione da non superare: 200 mg/ l |
Solfati |
mg/l SO2 |
25 |
250 |
- |
Silice |
mg/l SiO2 |
- |
- |
- |
Calcio |
mg/l Ca |
100 |
- |
- |
Magnesio |
mg/l Mg |
30 |
50 |
- |
Sodio |
mg/l Na |
20 |
175 |
- |
Potassio |
mg/l K |
10 |
- |
- |
Alluminio |
mg/l Al |
0,05 |
0,2 |
- |
Durezza totale |
- |
- |
da 15 a 50 °F |
Valori consigliati |
Residuo fisso |
mg/l dopo essiccazione a 180°C |
- |
1500 |
- |
Nitrati |
mg/l NO3- |
5 |
50 |
- |
Nitriti |
mg/l NO2- |
- |
0,1 |
- |
Ammoniaca |
mg/l NH4+ |
0,05 |
0,5 |
- |
Cromo |
mg/l Cr |
- |
50 |
- |
Noi
italiani , secondo le statistiche di Legambiente, consumiamo 140 litri
all'anno a testa di acqua minerale , nonostante, dai nostri rubinetti,
esca un'acqua potabile i cui parametri rispondono a delle ben precise
direttive comunitarie. La nostra acqua è infatti migliore rispetto a quella
di altri paesi, perché il nostro sottosuolo è ricco di molte falde
sotterranee, normalmente meno soggette all'inquinamento. La situazione
va però sempre più aggravandosi e la qualità dell'acqua è destinata a
peggiorare, soprattutto al nord del nostro Paese. Ciò perché le falde
sotterranee , che rappresentano la riserva d'acqua tradizionalmente
considerata meno vulnerabile, sono state raggiunte da sostanze inquinanti
che, nella maggior parte dei casi, derivano più dalle pratiche
agricole e dalla zootecnia che dall'industria, oggi più rispettosa dell'ambiente
, perché soggetta a norme e controlli più severi. La tecnologia
cerca di porre dei rimedi utilizzando soluzioni alternative che permettano di
depurare l'acqua "potabilizzandola". Si ottiene però un prodotto
che ha dei costi di produzione e di manutenzione nonchè
caratteristiche organolettiche non sempre ottime. Per tutte queste ragioni è
indispensabile ed opportuno salvaguardare e rispettare l'acqua potabile , non
abusando di essa, utilizzandola come un bene prezioso( LA CARTA DELL'ACQUA ). Oggi sprechiamo l’acqua
potabile lasciandola scorrere dai rubinetti delle fontane e dei lavandini,
usandola in eccessive quantità per lo scarico dei gabinetti, riempiendo le
vasche da bagno e facendo scorrere sul nostro corpo, voluttuosamente e per
tempi ben superiori alla necessità, il getto potente e rigeneratore della
doccia. È stato calcolato, ad esempio, che tre minuti di doccia equivalgono a
50 litri d’acqua che finiscono nelle fogne pieni di sapone; e che nelle
grandi città consumiamo in media 800 litri di acqua pro capite al
giorno, contro i 100 litri del primo Novecento e i 60 litri del secolo
scorso. A tal proposito gli esperti, che
attraverso strumenti legislativi e finanziari, promuovono il risparmio delle
risorse idriche, sono convinti assertori che, in certi casi, aumentare la
disponibilità di acqua non faccia altro che favorire gli sprechi. Oggi,
quindi si ragiona in termini di "NEGALITRI" ( litri negativi) ,
quantitativi di acqua , cioè, risparmiata con i provvedimenti più disparati: - in un distretto della California
, alla fine degli anni ottanta, gli amministratori si videro costretti a
ridurre i consumi ed a stabilire tariffe differenziate, calcolando il volume
medio dell'acqua utilizzata ed applicando una tariffa di 1,3 centesimi per
metro cubo al 90% di tale volume, ed una tariffa di due volte e mezzo
superiore a chi oltrepassava tale soglia.Tre anni più tardi, soltanto 7 delle
47 imprese agricole del distretto utilizzavano acqua alla tariffa più
onerosa. -in alcuni Paesi, tra cui gli Stati
Uniti e l'Italia, sono stati adottati standard di fabbricazione di
rubinetterie e sanitari che nel giro di trent'anni dovrebbero diminuire del
35 % il consumo idrico residenziale urbano. Ad esempio, è stato calcolato che
ridurre la dimensione dei serbatoi d'acqua dei gabinetti, dai tradizionali 9
litri a 6, farà risparmiare il 10 % del consumo idrico totale per uso
domestico. |
Le cause
più comuni di inquinamento dell'acqua possono essere così classificate: ·
Inquinamento
dell'atmosfera La conseguenza più pericolosa
dell'inquinamento atmosferico sono le piogge acide che, a loro volta, causano
la contaminazione del terreno e, quindi, dei corpi idrici. Esse sono causate
dall'effusione di sostanze tossiche, da impianti di combustione, da impianti
tecnologici e dai gas provenienti dalle autovetture. Poiché l'atmosfera è un aerosol, ossia una
dispersione di particelle liquide e solide (fase dispersa) in un mezzo
gassoso (fase disperdente), le sostanze che la inquinano sono suddivisi in
inquinanti della fase dispersa e inquinanti della fase disperdente. I primi
vengono in genere classificati sulla base delle loro dimensioni e dello stato
fisico. |
Nome
della classe |
Stato
fisico |
Dimensioni
lineari (m
m) |
Esempi |
Nebbie
o nubi |
Liquido |
Da
40-50 a 1 |
Nubi
di acido solforico |
Polveri
|
Solido |
>1 |
Polvere
di cemento, ceneri |
Fumi |
Solido,
liquido |
1-0,1 |
Fumi
di ossido di zinco, di cloruro di ammonio, di tabacco |
Caligini |
Solido,
liquido |
~0,1 |
|
Nuclei
di condensazione |
Solido,
liquido |
0,1-0,001 |
Ioduro
di argento, nerofumo |
Gli inquinanti della fase disperdente ricadono
secondo un preciso meccanismo: le particelle descritte nella tabella
sedimentano dopo un lungo periodo o rimangono sospese indefinitivamente a
causa dei moti dell'aria. Queste ricadono appunto sul suolo perché agiscono
da nucleo attorno al quale si formano le gocce di acqua nell'atmosfera o
perché si solubilizzano nelle gocce d'acqua che cadono. ·
Sottrazione di
risorse idriche Esclusa l'acqua usata per la produzione di
energia elettrica, che varia dal 50% all'80%, si calcola che un individuo ne consuma
al giorno 560 litri, di cui il 40% è consumato per fini domestici il 42% per
fini industriali, commerciali e agricoli, e il 18% per servizi di pubblica
utilità. Mentre l'acqua utilizzata per la produzione
di energia elettrica e per usi industriali viene restituita al patrimonio
idrico in punti vicini a quelli di prelievo, l'acqua usata per usi domestici
viene restituita in zone lontane da quelle di prelievo. ·
Sviluppo di zone
urbanizzate industriali o agricole Lo sviluppo di zone urbanizzate è causa di
inquinamento diretto (scarico o dilavamento di rifiuti) e indiretto (generato
dall'impermeabilizzazione del suolo e dal disboscamento). |
Gli
effetti dell'inquinamento sono molteplici e si distinguono in: ·
Effetti
sull'aspetto dell'acqua Sono ravvisabili
in:
·
Effetti sulla
flora e sulla fauna Gli agenti inquinanti alterano flora e
fauna acquatiche modificando l'habitat o la natura chimica di un'acqua. Le cause che alterano l'ambiente acquatico
sono:
La presenza di
tensioattivi, film oleosi e ammoniaca diminuisce la velocità di assorbimento
d'ossigeno dall'atmosfera. Infine, se alziamo artificialmente la temperatura,
la situazione peggiora perché la velocità di assorbimento d'ossigeno è
inversamente proporzionale all'aumento di temperatura. Considerando che per
assicurare la vita acquatica sono necessari 4 mg/l, possiamo ben capire cosa
succede se alteriamo quest'equilibrio.
·
Effetti
sull'acqua potabile L'acqua
potabile può essere inquinata da qualunque sostanza, sia essa di natura organica
od inorganica che possa variare i parametri chimici, fisici e
microbiologici, nonché le sue caratteristiche organolettiche. |