DISEGNO&GRAFICA Guida Autocad 2D 3D 09-Proprietà Nome comando: RACCORDO [FILLET] Gruppo: Editazione e trasformazione geometrica di entità Descrizione: Raccorda con un arco due entità Opzioni: P raccorda tutti i vertici di una polilinea RA [R] imposta il
raggio dell'arco di raccordo Vedi anche: CIMA [CHAMFER], variabile di sistema
FILLETRAD Nel disegno
meccanico è molto usato il raccordo di due segmenti con un arco di cerchio a
raggio prefissato. Il comando RACCORDO estende o tronca le lunghezze dei due
segmenti per connetterli con l'arco che, avendo un raggio deciso dall'utente,
in caso contrario potrebbe anche non raggiungerli correttamente. Vengono così
evitate molte operazioni di editazione e creazione di entità: - l'estensione
dei due segmenti fino a farli toccare in un vertice - la creazione di
un cerchio a raggio dato e la sua collocazione in modo da essere tangente ai
due segmenti (opzione TTR) - il taglio della
parte eccedente del cerchio per ridurlo ad un arco. Nel caso vi sia
più di una possibilità di raccordo il comando eseguirà quello che più si
avvicina ai punti dati per la selezione delle entità da raccordare. Il raggio di
raccordo può essere impostato numericamente da tastiera o interattivamente
fornendo due punti sullo schermo grafico. Il raggio rimane dello stesso
valore fino a che non venga cambiato da una successiva chiamata del comando. La variabile di sistema FILLETRAD mantiene
in memoria il valore corrente del raggio dell'arco di raccordo. Se il raggio
dell'arco di raccordo ha valore 0 i due segmenti si incontreranno senza
raccordo. Attivando
l'opzione P (per polilinea) tutti i vertici della polilinea selezionata
saranno raccordati, se possibile. Se invece si selezionerà una polilinea
senza attivare l'opzione P, si dovrà poi indicare un segmento adiacente al
primo: tra i due segmenti verrà introdotto automaticamente un arco di
raccordo, facente parte della polilinea. Non è possibile raccordare due linee parallele,
linee troppo corte, linee che si intersecano oltre i limiti del disegno o
linee divergenti. Questi casi vengono comunque segnalati dal comando stesso. Esempi
d'uso del comando RACCORDO. Da notare le diverse configurazioni ottenute
cambiando la disposizione dei punti di selezione delle entità. Nome comando: CIMA [CHAMFER] Gruppo: Editazione e trasformazione geometrica di entità Descrizione: Cima due linee Opzioni: D richiede le distanze di cimatura P cima tutti i
vertici di una polilinea Vedi anche: RACCORDO [FILLET], variabili di sistema
CHAMFERA e CHAMFERB L'operazione di
cimatura di due segmenti, anch'essa molto comune nel disegno meccanico,
consiste nelle seguenti fasi: - estensione dei
due segmenti fino a farli toccare in un vertice - definizione
delle due distanze di cimatura e troncamento dei due segmenti alle distanze
date rispetto al loro punto di intersezione - collegamento
dei due nuovi segmenti con una linea. E' per prima cosa
necessario immettere le due distanze di cimatura: i valori possono essere
forniti sia da tastiera in forma numerica che per via grafica. Tali valori
verranno mantenuti fino a una loro nuova definizione. Se i due valori sono
posti a zero i due segmenti si incontreranno senza cimatura. Le due distanze di cimatura sono
memorizzate nelle due variabili di sistema CHAMFERA e CHAMFERB. Nel caso le due distanze di cimatura siano
diverse, è importante l'ordine con il quale vengono selezionati i due
segmenti: il primo segmento sarà cimato con la prima distanza di cimatura, il
secondo con la seconda distanza. Per le polilinee la cimatura è possibile
per mezzo dell'opzione P (per polilinea). Selezionando la polilinea tutti i
vertici verranno cimati, se possibile, prendendo come primo segmento il primo
segmento della polilinea e così via, nello stesso senso di percorrenza della
polilinea. Non è possibile cimare due segmenti
paralleli o che si intersechino oltre i limiti del disegno. Esempi
d'uso del comando CIMA. Da notare le diverse configurazioni, in funzione dell'ordine
di selezione dei segmenti. Nome comando: OFFSET Gruppo: Creazione di entità Descrizione: Crea nuove entità parallele ed
equidistanti da quelle selezionate Opzioni: numero richiede la distanza di offset (default) P [T] richiede il
punto per il quale passa l'entità parallela a quella selezionata Vedi anche: EDITPL [PEDIT], TAGLIA [TRIM], ESTENDE
[EXTEND], variabile di sistema OFFSETDIST Il comando OFFSET
genera una nuova entità parallela a quella selezionata e a distanza
prefissata da questa. Dopo aver selezionato l'entità base e specificata la
distanza, sia in forma numerica che interattivamente per mezzo di due punti,
è necessario indicare la parte del piano dove deve essere posta l'entità
parallela a quella selezionata. La distanza deve essere maggiore di zero ed
è memorizzata all'interno del disegno nella variabile di sistema OFFSETDIST. E' possibile
sfalsare linee, archi, cerchi e polilinee 2D. Nel caso di polilinee, archi o
cerchi è possibile che non si possa effettuare correttamente il comando come
previsto o che addirittura il comando non dia nessun esito. Infatti se il
raggio degli archi o dei cerchi, anche quelli che compongono la polilinea, è
minore della distanza di offset è evidentemente impossibile inscrivere una
entità parallela all'interno dell'arco, mentre è sempre possibile
circoscriverla all'esterno. Inoltre se due o più archi sono raccordati tra
loro sarà forse possibile inscrivere l'entità all'interno di uno ma non
dell'altro. E' possibile sfalsare una polilinea
interpolata con l'opzione S (per spline): in questo caso il comando genererà
un polilinea, parallela all'interpolazione della prima, formata però da molti
più vertici rispetto a questa. La creazione di entità parallele non è
sempre univoca: spesso il comando è infatti costretto ad una scelta tra varie
possibilità. Nel caso il risultato non sia del tutto soddisfacente è sempre
possibile intervenire localmente modificando uno o più vertici di una
polilinea o troncando o estendendo parti dell'entità così creata. Esempi
d'uso del comando OFFSET con distanze crescenti da 2 a 7 unità del disegno. Nome comando: DIVIDE Gruppo: Creazione di entità Descrizione: Pone dei marcatori lungo un'entità
dividendola in parti uguali Opzioni: numero richiede il numero di suddivisioni dell'entità (default) B richiede il
nome di un blocco da usare come marcatore Vedi anche: BLOCCO [BLOCK], DDPTYPE Il comando DIVIDE
consente di suddividere una entità in un numero prefissato di parti uguali.
La funzione, oltre che a linee, archi e cerchi, è applicabile anche a
polilinee, vale a dire a entità che contengano segmenti rettilinei e curvi. E' possibile dividere un'entità da 2 a
32767 parti: per evidenziarle viene introdotto un punto per ogni
suddivisione. L'entità di partenza non viene dunque divisa fisicamente in più
entità separate ma vengono create altre entità (punti) che marcano le
divisioni. Con il dialog-box DDPTYPE è possibile
rendere visibili i punti per mezzo di marcatori. Un cerchio viene
diviso a partire dal punto che si trova, rispetto al centro del cerchio, con
lo stesso angolo corrente imposto allo snap. Per le polilinee chiuse il punto
di partenza segna l'inizio per il calcolo delle suddivisioni. E' anche
possibile marcare le divisioni, anziché con punti, con blocchi, vale a dire
insiemi di entità conglobati in una unica macro-entità. I blocchi ed i
relativi comandi saranno approfonditi nella prossima lezione. Esempi
ottenuti con il comando DIVIDE. Da notare che i punti sono rappresentati con
croci (comando DDPTYPE). Nome comando: COLORE [COLOR] trasparente Gruppo: Gestione delle proprietà delle entità Descrizione: Definisce il colore corrente da assegnare
alle successive entità Opzioni: DALAYER [BYLAYER]
assegna il colore del layer specificato come colore corrente (default) numero definisce
il colore corrente per mezzo di un numero da 1 a 255 nome definisce il
colore corrente per mezzo di nomi DABLOCCO
[BYBLOCK] definisce il colore da assegnare ai blocchi inseriti successivamente Vedi anche: CAMBIA [CHANGE], CAPROP [CHPROP], DDCHPROP,
DDMODIFY, LAYER Il comando COLORE
seleziona il colore con il quale saranno disegnate le successive entità.
Approfondendo l'uso dei piani di lavoro o layer si è detto che a questi può
essere associato un colore e che tutte le entità poste su quel piano avranno
quel colore. Il comando COLORE consente di forzare
questa norma imponendo comunque che le entità, pur essendo create ad esempio
su di un layer con associato il colore rosso, siano invece gialle. Questa modalità operativa è però da
sconsigliare poiché non consente il semplice riconoscimento del piano di
lavoro a partire dal colore delle entità. Il mantenere la regola di associare
un colore a ogni piano di lavoro (o anche a più piani), pur causando a volte
una certa rigidità, consente comunque di organizzare meglio le fasi di stampa
su carta e gestione delle entità. Le opzioni del
comando consentono di definire i colori con numeri da 1 a 255 (i colori
corrispondenti sono visibili nella diapositiva COLORWH per mezzo del comando
VISDIA [VSLIDE]) oppure fornendo il loro nome, solo per i colori: rosso
[red], giallo [yellow], verde [green], ciano [cyan], blu , magenta, bianco
[white]. L'opzione
DABLOCCO [BYBLOCK] consente di assegnare alle entità comprese in un blocco un
colore non prefissato ma in relazione al colore corrente quando i blocchi
stessi saranno inseriti nel disegno. L'opzione DALAYER [BYLAYER] collega invece
i colori delle entità a quelli dei layer. Questa opzione (che è anche di
default) andrebbe pertanto sempre seguita. Diapositiva
COLORWH che mostra i 255 colori di AutoCAD. Per caricarla attivare il comando
VISDIA [VSLIDE]. Nome comando: TLINEA [LINETYPE] trasparente Gruppo: Gestione delle proprietà delle entità Descrizione: Definisce nuovi tipi di linea o carica nel
disegno corrente tipi già definiti Opzioni: ? elenca i tipi
di linea già definiti in file con suffisso .LIN C crea un nuovo
tipo di linea R [L] richiama un
tipo di linea da un file S seleziona il
tipo di linea corrente con le sottoopzioni: nome definisce il
tipo di linea per le entità successive DABLOCCO
[BYBLOCK] definisce il tipo di linea da assegnare ai blocchi inseriti
successivamente DALAYER [BYLAYER]
assegna il tipo di linea del layer specificato come tipo di linea corrente Vedi anche: DDEMODI [DDEMODES], SCALATL [LTSCALE],
CAPROP [CHPROP], DDCHPROP, DDMODIFY, variabile di sistema PLINEGEN Il comando TLINEA
consente di selezionare come corrente, o di creare, un tipo di linea
tratteggiata o puntinata. Solo linee, polilinee 2D, archi e cerchi
possono essere tracciati con tipi di linee diversi dalla linea continua
(chiamata continuous anche nella
versione italiana di AutoCAD). Tutti i tipi di linee contenuti nel file
ACAD.LIN sono utilizzabili senza richiamarli esplicitamente. Mediante il
comando TLINEA è possibile forzare la prassi normale che prevede il
collegamento tra layer e tipi di linea. Al contrario dell'uso del colore (da
collegare sempre al layer, se possibile) l'uso di tipi di linee diversi sullo
stesso piano di lavoro non comporta grandi disagi successivi, anche se resta
inteso che, se tutte le entità di un layer hanno uno stesso tipo di linea, la
sessione di editing generalmente risulta di più semplice gestione. L'opzione S
consente di selezionare come corrente il tipo di linea indicato per mezzo del
suo nome. Se si fornisce la parola riservata DABLOCCO [BYBLOCK] si stabilisce
che i blocchi successivamente inseriti saranno caratterizzati dal tipo di
linea in quel momento corrente. Se invece si inserisce la parola DALAYER
[BYLAYER] si impone il ritorno alla norma che prevede l'automatica
assegnazione del tipo di linea in funzione del tipo di linea del piano di
lavoro specificato. Per creare un nuovo tipo di linea (opzione
C) è necessario riferirsi al Manuale di
personalizzazione. Il dialog-box del comando DDEMODI
[DDEMODES] consente, tra l'altro, di selezionare il nuovo tipo di linea
corrente. I dialog-box attivati dai comandi DDCHPROP
e DDMODIFY consentono invece, tra le altre opzioni, di cambiare il tipo di
linea ad alcune entità selezionate. La variabile di sistema PLINEGEN permette
di verificare e controllare la generazione del tipo di linea per le
successive polilinee 2D. Esempi
di tipi di linee predefiniti scelti mediante il comando TLINEA. Le linee sono
salvate in file con suffisso .LIN. Nome comando: SCALATL [LTSCALE] trasparente Gruppo: Gestione delle proprietà delle entità Descrizione: Modifica la scala del tratteggio per tutti
i tipi di linea Opzioni: Richiede l'immissione del nuovo fattore di scala per i tratteggi Vedi anche: TLINEA [LINETYPE] Il comando SCALATL consente di scalare i
tratteggi delle linee. Il fattore di scala del comando non ha nulla a che
vedere con la scala di rappresentazione ma costituisce semplicemente un
fattore di scala interno, applicato solo ai tratteggi. I tratteggi hanno
una dimensione iniziale fissa, decisa al momento della definizione del tipo
di linea. Al variare della scala di rappresentazione su video e soprattutto
carta è perciò possibile che i tratteggi predefiniti non corrispondano più
alle necessità del momento. Ad esempio un tratteggio di 2 mm alla scala
1:100, risulterà di 2 decimi di millimetro alla scala 1:1000 e pertanto
risulterà quasi invisibile. In questo caso è necessario ridurre il fattore di
scala per i tratteggi applicando il comando SCALATL. Il comando SCALATL applica il fattore di
scala a tutte le linee tratteggiate del disegno corrente. Pertanto è da
prevedere l'uso di tratteggi omogenei tra loro, per evitare di rendere
illeggibili uno o più tratteggi. Nome comando: CAPROP [CHPROP] Gruppo: Gestione delle proprietà delle entità Descrizione: Modifica alcune proprietà delle entità
selezionate Opzioni: C modifica il
colore delle entità L [LA] modifica
il layer delle entità T [LT] modifica
il tipo di linea delle entità A [T] modifica
l'altezza delle entità Vedi anche: CAMBIA [CHANGE], DDCHPROP, DDMODIFY Il comando CAPROP
consente di cambiare alcune caratteristiche e proprietà delle entità
selezionate. Gli attributi modificabili sono: - Colore. Le
entità selezionate assumeranno il colore specificato. - Layer. Le
entità selezionate si situeranno sul layer specificato. - Tipo di linea.
Le entità selezionate assumeranno tutte, se archi, cerchi, linee o polilinee
2D, il tipo di linea indicato. - Altezza. Come
sarà approfondito nelle prossime lezioni, le entità possono assumere altezze
diverse da 0. Per mezzo di questa opzione le entità selezionate assumeranno
l'altezza specificata. Il dialog-box attivato dai comandi DDCHPROP
e DDMODIFY consente una definizione interattiva delle caratteristiche da
assegnare alle entità selezionate. Dialog-box
attivato dal comando DDMODIFY. Le opzioni sono più numerose rispetto a quelle
del comando CAPROP. Nome comando: CAMBIA [CHANGE] Gruppo: Gestione delle proprietà delle entità Descrizione: Modifica alcune proprietà geometriche e
non geometriche delle entità selezionate Opzioni: linee modifica la
posizione del punto estremo del segmento più vicino al punto di selezione
(default) testi modifica le
caratteristiche del testo selezionato e la posizione del punto di inserimento
(default) P modifica le
proprietà delle entità selezionate con le sottoopzioni: C modifica il
colore delle entità selezionate L [LA] modifica
il layer delle entità selezionate T [LT] modifica
il tipo di linea delle entità selezionate E modifica
l'elevazione delle entità selezionate A [T] modifica
l'altezza delle entità selezionate Vedi anche: CAPROP [CHPROP], DDMODIFY Oltre a tutte le
possibilità date dal comando CAPROP il comando CAMBIA consente anche di
modificare la forma e altre caratteristiche di alcune entità. Ad esempio selezionando un segmento e
indicando un punto sullo schermo grafico l'estremo del segmento più vicino al
punto di selezione assumerà le coordinate del secondo punto immesso. In tal
modo risulta semplice far sì che un segmento si colleghi con un altro o
termini alla metà di quello o sia, ad esempio, tangente ad un cerchio. Se invece si è selezionato un testo non
solo è possibile cambiare il punto di inserimento (possibile anche con il
comando SPOSTA), ma anche lo stile, l'altezza e tutte le altre
caratteristiche, compreso il testo scritto. Il dialog-box
attivato dal comando DDMODIFY consente una semplice gestione dei cambiamenti
da apportare alle entità selezionate. Dialog-box
del comando DDMODIFY applicato ad un testo. Il riquadro cambia in funzione
del tipo di entità selezionata. Nome comando: ELIMINA [PURGE] Gruppo: Funzioni speciali Descrizione: Elimina dal disegno corrente blocchi,
layer, tipi di linea, stili non utilizzati Opzioni: TU [A] elimina
tutti gli oggetti inutilizzati B elimina tutti i
blocchi inutilizzati (non inseriti) L [LA] elimina
tutti i layer privi di entità TI [LT] elimina
tutti i tipi di linea inutilizzati S [ST] elimina
tutti gli stili di testo inutilizzati D elimina tutti
gli stili di dimensionamento inutilizzati F [SH] elimina
tutti i file di forma inutilizzati nel disegno corrente Il comando
ELIMINA cancella dal disegno corrente tutti gli oggetti (layer, blocchi, tipi
di linee, stili di testo e dimensionamento, file di forma) non utilizzati,
indicati selettivamente dall'utente. Il comando può essere applicato solo come
primo comando di editazione: nel caso si vogliano eliminare degli oggetti è
dunque necessario uscire con FINE [END], riprendere la sessione di lavoro e
attivare il comando ELIMINA. Spesso è necessario ripetere due o tre volte il
comando perché vi possono essere dei riferimenti incrociati o blocchi
incastrati su più livelli (ad esempio blocchi di blocchi di blocchi). Nome comando: DIM Gruppo: Creazione di entità Descrizione: Esegue la quotatura di entità grafiche
esistenti Opzioni: (E' possibile
inserire sia le parti in maiuscolo sia l'intero nome dell'opzione) Opzioni di disegno di quotature: ALlineata
[ALigned] allinea la quotatura con l'oggetto ANGolo [ANgular]
crea un arco per indicare l'angolo tra due linee non parallele CEntro [CEnter]
individua con una crocetta il centro di un cerchio o arco CONtinua
[COntinue] quotatura affiancata alla precedente (a partire dalla seconda
linea di estensione) COOrdinata
[ORDinate] quotatura lineare delle coordinate dei punti DIAmetro
[Diameter] quota il diametro di un cerchio o arco Lbase [Baseline]
quotatura affiancata alla precedente (a partire dalla prima linea di
estensione) ORizzontale
[HORizontal] quotatura orizzontale, anche se l'entità è inclinata. Quota la
differenza in X RAggio [RAdius]
quotatura del raggio di un cerchio o arco RUOTATA [ROtate]
crea una linea di quota con inclinazione decisa dall'utente VErticale
[VErtical] quotatura verticale, anche se l'entità è inclinata. Quota la
differenza in Y Opzioni di stile di quotatura: Modiloc
[OVerride] modifica alcuni valori delle variabili di quotatura delle quote
selezionate RIPrist [REStore]
ripristina lo stile di quotatura indicato SAlva [SAve]
salva un gruppo di variabili di quotatura in uno stile di quotatura VAriabili
[VAriables] elenca i valori delle variabili di quotatura di uno stile di
quotatura Opzioni di editazione delle quotature: AGgior [UPdate]
aggiorna le quotature esistenti in relazione ai valori correnti delle
variabili di quotatura Neotesto
[Newtext] modifica il testo delle quotature esistenti OBliqua [OBlique]
adegua l'angolo obliquo di una quotatura RUOTATES
[TRotate] specifica l'angolo di rotazione per il testo TEDit [TEdit]
sposta e ruota il testo di quota TEStorig
[HOMetext] riporta il testo spostato alla sua posizione originale Opzioni di utilità generale per le
quotature: Annulla [Undo]
annulla l'ultima quotatura DIRettrice
[Leader] traccia una o più linee di supporto alla scritta della quota Ridisegna
[Redraw] ridisegna la finestra cancellando le croci di riferimento STAto [STAtus]
elenca tutte le variabili di quotatura e i loro valori correnti STIle [STYle]
rende corrente un nuovo stile per le quotature Uscire [Exit]
esce dal comando e ritorna all'editing normale Vedi anche: DIM1, DDIM Nel disegno tecnico è di particolare
importanza scrivere sul disegno stesso le dimensioni degli oggetti
rappresentati. Questo sia perché spesso l'oggetto rappresentato deve essere
costruito in ambienti di lavoro privi degli strumenti necessari per una
misura accurata dei disegni, sia per evitare errori dovuti ad una lettura
scorretta o a deformazioni del supporto cartaceo. Una quota è costituita da una linea (linea
di quota) che indica fisicamente la dimensione o l'angolo quotato; una o due
frecce o lineette alle estremità per meglio evidenziare la linea di quota;
una o due linee di estensione che collegano la linea di quota all'oggetto da
quotare e un testo che indica numericamente la misura lineare o angolare. Esempi
d'uso del comando DIM. Da notare le quotature in serie (in alto) e in
progressione (in basso). Avendo a
disposizione un disegno quotato non dovrebbe essere necessario usare nessuno
strumento di misura per ricavare le dimensioni dal disegno: queste dovrebbero
essere tutte leggibili direttamente in forma numerica. In altre parole mentre
il disegno fa capire la configurazione e la forma dell'oggetto rappresentato,
le quote indicano tutte le dimensioni reali dell'oggetto stesso. Il comando DIM
possiede un elevato numero di opzioni che gli consentono di creare molti tipi
differenti di quotature: - Linee
orizzontali, verticali, inclinate e comunque disposte sul piano di
rappresentazione. - Angoli, per
quotare gli angoli formati da due linee. - Raggi e
diametri di cerchi e archi. - Coordinate di
punti quotate in progressione. Combinando
variamente queste opzioni è possibile quotare in serie, in parallelo o in
progressione. L'aspetto grafico
della quotatura è gestito dalle
variabili di quotatura. Una configurazione di variabili può essere
salvata in uno stile di quotatura,
stile che può essere richiamato in qualsiasi momento. Il comando DDIM apre un dialog-box che
consente di gestire interattivamente le variabili e gli stili di quotatura. Il comando DIM1
consente invece di creare una sola quotatura, ritornando all'editor grafico
senza necessità di immettere l'opzione Uscire. Dialog-box
attivato dal comando DDIM. Il comando consente di gestire le variabili e gli
stili di quotatura. Alcune
delle variabili di quotatura visualizzate con l'opzione STATO del comando DIM. Nome comando: MENU Gruppo: Funzioni speciali Descrizione: Richiama nel disegno corrente un file menu Opzioni: Richiede il nome del file di menu Il comando MENU
consente di richiamare nuovi menu, diversi dal menu di default ACAD.MNX. Molti
programmi che operano all'interno di AutoCAD possiedono dei menu specifici
che devono essere richiamati per attivare dei comandi tipici di quei
programmi e non di AutoCAD. Nei file menu sono comprese le indicazioni per i
menu a tendina, di schermo, a icone, di tavoletta e del pulsante del
dispositivo di puntamento. Nome comando: SCHIZZO [SKETCH] Gruppo: Creazione di entità Descrizione: Consente di disegnare polilinee a mano
libera Opzioni: N [C] riprende lo
schizzo dall'ultimo punto immesso C [E] cancella le
linee temporanee dello schizzo P abbassa/solleva
la penna U [Q] esce dal
comando senza memorizzare le linee introdotte R registra le
linee temporanee restando nel comando F [X] registra le
linee temporanee ed esce dal comando . traccia una
linea fino al punto corrente Il comando
SCHIZZO consente di creare dei disegni "a mano libera". In altre
parole ogni spostamento del puntatore grafico determina un segmento di
polilinea nel disegno. E' possibile determinare lo spostamento minimo al di
sotto del quale non viene registrato nessun segmento (la risoluzione dello
schizzo), alzare e abbassare la penna o anche tracciare segmenti retti più
lunghi del minimo. In genere l'utilità di questo comando è minima, a parte
casi specifici quali, ad esempio, l'immissione di linee di rottura, linee
tratte da mappe o profili di statue o altri oggetti o, ancora, firme e altre
figure molto irregolari. Per eseguire schizzi a mano libera è
necessario munirsi di tavoletta grafica e cursore a penna per meglio
controllare l'andamento del disegno. APPROFONDIMENTI GRIP
o "punto di presa" I
Grip sono una novità introdotta
dalla versione 12 di AutoCAD. Consentono di manipolare le entità grafiche con
estrema facilità e naturalezza. L'editing e la
trasformazione delle entità grafiche costituiscono una fase importantissima
ma spesso anche molto lunga e tediosa. E' necessario selezionare e
riselezionare entità, applicare loro lunghe sequenze di comandi ripetitivi,
"zoomare" in continuazione dal generale al particolare. L'introduzione
dei grip o punti di presa deriva dall'unione ideale di due constatazioni: - le operazioni di trasformazione su entità
sono per buona parte costituite da traslazione, rotazione, scalatura,
stiramento, cambio di coordinate dei punti estremi di un segmento o arco; - le entità possiedono dei punti notevoli,
diversi a seconda della natura dell'entità stessa. In particolare: -- per un segmento e un arco gli estremi e
il punto di mezzo; -- per un cerchio i quattro quadranti e il
centro; -- per un testo o un blocco il punto di
inserimento; -- per una polilinea i vertici e i punti di
mezzo degli archi. In una normale
sessione di editing toccando una entità con il cursore, e premendo il tasto
sinistro del mouse, questi punti notevoli vengono resi evidenti per mezzo di
piccoli quadrati colorati (il colore di default è il blu, ma è possibile
cambiarlo con il comando DDGRIPS). Toccando con il
cursore grafico uno dei quadrati questo si colora in modo diverso e, secondo
la sua posizione sull'entità, consente di ottenere gli stessi effetti dei
comandi più usati. Visualizzazione
dei grip di alcune entità grafiche. Selezionando un grip, senza dare nessun
comando esplicito, viene attivato il comando più logico in funzione del grip
selezionato. Ad esempio
agganciando uno degli estremi di un arco si possono cambiare le sue
coordinate; mentre toccando il grip centrale si trasla l'arco, lasciandolo
invariato dimensionalmente. Richiamando
invece ad esempio il comando CANCELLA si cancella l'intero arco, perché
questa è la più logica conseguenza delle operazioni fatte: la selezione di
una entità, seguita dalla chiamata del comando CANCELLA. Ancora,
selezionando il grip centrale di un arco all'interno di una polilinea si
potrà variare la forma e la posizione dell'arco stesso e toccando il grip
relativo al punto di inserimento di un testo sarà consentito spostarlo. Un altro esempio
riguarda il cerchio: selezionando il grip del centro del cerchio questo si
potrà traslare mentre, agganciando un grip sui quadranti, si varierà il
raggio del cerchio, mantenendo fermo il centro. Le
entità della figura precedente sono state modificate o spostate senza
immettere nessun comando esplicito. La attivazione di alcuni comandi viene
dunque resa implicita dalla sequenza stessa di operazioni eseguite. L'uso dei grip rende più
"intelligente" l'interfaccia grafica di AutoCAD, eseguendo con
naturalezza e in modo diretto i comandi più logici da applicare alle entità.
Dato che questi comandi costituiscono la grande maggioranza delle normali
operazioni di editing, è evidente che, pur se limitati, i grip consentono di
gestire buona parte della sessione di lavoro senza immettere alcun comando,
quasi come se AutoCAD potesse prevedere le nostre decisioni. SCRIPT Un "file script" è un file in
formato ASCII che contiene una serie strutturata di comandi e relative
opzioni. Quando è necessario eseguire operazioni ripetitive questa
opportunità consente di abbattere i tempi di creazione di entità o di editing. Accade spesso di
dover ripetere decine o centinaia di volte la stessa operazione di editing o
creazione di entità. Ad esempio la copia multipla di un oggetto grafico in
corrispondenza di punti dati o il cambio di alcune caratteristiche di entità
che non possa essere fatto "all'ingrosso". AutoCAD è in
grado di leggere ed eseguire comandi scritti in un file ASCII e dunque di
semplice creazione. Tutto ciò che può essere immesso da tastiera può anche
essere trascritto su file, avente un qualsiasi nome base e suffisso .SCR. Il file viene
richiamato mediante il comando SCRIPT che apre un apposito dialog-box. Da
quel momento AutoCAD legge i comandi e le relative opzioni e, se non incontra
errori, esegue le operazioni indicate. Un file script non è paragonabile ad un
programma, nel senso che non è in grado di prendere decisioni o di proporre
alternative: esegue semplicemente una lista di comandi predefiniti in tutto e
per tutto. I file possono però essere scritti da un
apposito programma che proponga all'utente le richieste e le traduca in
script diversi, secondo le risposte date. In questo caso è però necessario
conoscere un linguaggio di programmazione, come ad esempio il C, il Pascal o
il Basic. Gli usi più
comuni dei file script sono: - visualizzazione
di serie di viste o file-diapositiva, - creazione di
file-diapositive o di viste del modello, - stampa su carta
o su file di viste del modello, - impostazione di
valori a variabili di sistema, - creazione di
nuovi layer con assegnazione di nomi, colori e tipi di linea, - creazione di
entità (generalmente questi file script sono prodotti da programmi). Per la corretta costruzione di file di
script è necessario tenere presente che: - gli spazi vuoti nel file script
corrispondono ad un INVIO dato in AutoCAD, - è possibile aggiungere commenti nel file
script purché la riga inizi con un punto e virgola (;), - volendo sopprimere tutti i messaggi
"Sei sicuro?" dati da alcuni comandi AutoCAD è necessario mettere
nella prima riga del file script l'indicazione: expert 5 che assegna valore 5 alla variabile di sistema EXPERT, - assegnando valore 0 alla variabile di
sistema FILEDIA (filedia 0) vengono
eliminati i dialog-box relativi alla scelta dei file, - volendo selezionare alcune entità è
possibile usare l'opzione F [W] o I [C] e far seguire due coppie di valori
che indicano le coordinate dei due vertici della finestra, - per annullare tutte le operazioni
eseguite dal file script è sufficiente digitare il comando A [U], poiché
tutto viene visto come un unico comando, - per interrompere un file script è
necessario digitare CTRL+C o il tasto di cancellazione backspace, - volendo ripetere l'intera sequenza è
sufficiente mettere alla fine del file script il comando RIPRENDE [RSCRIPT], - volendo fermare l'esecuzione dello script
è necessario immettere il comando PAUSA [PAUSE] seguito da un numero intero
che rappresenta, in millisecondi, il tempo di pausa: ad esempio pausa 5000 ferma l'esecuzione per 5
secondi.
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