DISEGNO&GRAFICA Guida Autocad 2D 3D 07-Visualizzazioni I due comandi
ZOOM e PAN sono senz'altro i più importanti comandi dedicati alla
rappresentazione. Senza questi
comandi sarebbe impossibile gestire e costruire un disegno con più di poche
decine di entità. ZOOM e PAN
mettono infatti in luce una delle caratteristiche più interessanti del CAD:
poter ingrandire e rimpiccolire a piacimento il disegno, durante e per la sua
costruzione. Nome comando: ZOOM oppure Z trasparente Gruppo: Rappresentazione Descrizione: Rappresenta a video una porzione del
disegno Opzioni: numero definisce un fattore di scala per la rappresentazione numeroX
moltiplicatore della scala corrente di rappresentazione numeroXC [XP]
definisce un fattore di scala rispetto allo spazio carta T [A] zoom tutto.
Mostra tutto il disegno fino ai limiti F [W] zoom
finestra. Richiede la definizione di una finestra rettangolare P zoom precedente.
Rappresenta la vista precedente C zoom centro.
Richiede un centro e un fattore di ingrandimento D zoom e pan
dinamici E zoom
estensione. Rappresenta tutto il disegno, anche oltre i limiti S [L] richiede
l'immissione dell'angolo in basso a sinistra e fattore di ingrandimento o
altezza del rettangolo di zoom M [V] mostra la
massima porzione del disegno senza rigenerarlo Vedi anche: LIMITI [LIMITS], PAN, VISTA [VIEW], SPAZIOC
[PSPACE] Il comando ZOOM (assieme a PAN) è in
assoluto il più utilizzato. Consente di variare la porzione di disegno
rappresentata sul video. Il video, anche se di grande dimensione e ad alta
risoluzione, non è in grado di rappresentare correttamente e completamente
disegni particolarmente complessi. E' dunque necessario ingrandire (ma solo
sul video) una parte del disegno, eseguire le operazioni necessarie per poi
passare ad un altra zona. Quando il disegno è composto da molte centinaia o
migliaia di entità il tempo richiesto per rigenerare l'intero schermo può
essere considerevole. Per ovviare in parte a questo inconveniente vi sono
molti espedienti: dall'uso delle display-list
a quello di schede grafiche acceleratrici. La versione 12 di AutoCAD ha
inoltre reso più rapida la fase di zoom introducendo anche una opzione (M
[V]) che consente di rappresentare a video il massimo possibile del disegno
senza rigenerazione ma solo con il ridisegno, molto più veloce. Il comando ZOOM può essere usato
all'interno di altri comandi, tipicamente per la creazione o l'editing di
entità. Può infatti accadere che sia necessario definire con esattezza un
punto, sepolto però da molte altre entità vicine. Se si effettua uno zoom su
una porzione molto piccola del disegno si può però perdere di vista un'altra
parte, necessaria per la definizione di un'entità. Per evitare errori è
sufficiente, a partire da una rappresentazione che mostri l'intera area
interessata, richiamare il comando di creazione di un'entità e, alla
richiesta di immissione di un punto, digitare 'Z oppure 'ZOOM, ingrandire la
parte interessata con l'opzione F [W], introdurre il punto per poi digitare
'Z P (per precedente) e così via fino alla creazione dell'intera entità.
L'uso trasparente del comando ZOOM è però escluso nel caso il disegno debba
essere rigenerato. L'opzione D (per
dinamico) attiva una finestra che può essere spostata interattivamente sul
disegno, ingrandita e rimpiccolita, prima dell'effettiva rappresentazione del
contenuto della finestra stessa. Volendo invece rappresentare il disegno sul
video ad una scala ben precisa, ad esempio per controllare quanto sia grande
un particolare ad una certa scala, è utile usare l'opzione di default
immettendo un numero che rappresenta la scala. Se il valore è seguito da XC
[XP] il disegno sarà scalato con il valore immesso, rispetto alla
rappresentazione corrente. Infine una
particolare vista può anche essere memorizzata, per essere richiamata
successivamente, con il comando VISTA [VIEW]. Nella versione per WINDOWS, nella barra
strumenti è presente il pulsante di vista aerea che può essere attivato solo
se il programma è configurato in modo da riconoscere il driver video
accelerato con display-list. Figure
ZOOM/ZOOM1 Didascalia Zoom: Il comando ZOOM
permette di variare la scala di rappresentazione a video, senza modificare le
entità grafiche. In questa figura è rappresentato un oggetto in modo da
poterlo vedere completamente. In
questa immagine si è ingrandita sul video una parte del disegno, consentendo
così di percepire molti più dettagli dell'oggetto rappresentato. Nome comando: LIMITI [LIMITS] trasparente Gruppo: Ausilio al disegno Descrizione: Definisce i limiti del disegno Opzioni: ON attiva la funzione LIMITI OFF disattiva la
funzione LIMITI un punto
definisce il punto come limite in basso a sinistra. Richiederà limite in alto
a destra. Vedi anche: ZOOM La definizione di
un rettangolo che inquadri il disegno (rettangolo dato da due punti, uno in
basso a sinistra, l'altro in alto a destra) è utile sia per la funzione di
zoom (opzione T [A]), sia per la visualizzazione della griglia, limitata a
questo rettangolo. Nome comando: PAN oppure P trasparente Gruppo: Rappresentazione Descrizione: Sposta la finestra di rvista senza
cambiare la scala di rappresentazione Opzioni: Richiede l'immissione di due punti che definiscono lo spostamento
della finestra di rappresentazione Vedi anche: ZOOM Anche il comando
PAN, come lo zoom, è particolarmente utile nella fase di creazione ed
editazione di un disegno. Spesso infatti accade di procedere nel lavoro per
piccole aree adiacenti. Quando è terminata la fase di lavoro su un'area il
comando PAN consente facilmente, dati due punti, di spostare la finestra di
rappresentazione della distanza e con la direzione date. In
questa immagine, con il comando PAN, si è spostata la finestra di vista
rispetto alla seconda immagine relativa al comando ZOOM. La scala di
rappresentazione resta la stessa ma la finestra di vista inquadra una zona
diversa del disegno. Nome comando: RIGENAUTO [REGENAUTO] trasparente Gruppo: Rappresentazione Descrizione: Controlla la fase di rigenerazione del
disegno Opzioni: ON attiva la funzione RIGENAUTO OFF disattiva la
funzione RIGENAUTO Vedi anche: ZOOM, PAN, LIMITI La rigenerazione del disegno è una fase che
rallenta di molto l'editazione e la gestione della sessione di lavoro. Il
comando RIGENAUTO controlla le rigenerazioni, dando la possibilità di
confermare o meno la rigenerazione prima che questa venga effettuata automaticamente
dal programma. ALTRI COMANDI FONDAMENTALI Di seguito
vengono studiati alcuni comandi eterogenei ma di estrema importanza per tutta
la gestione del disegno. SELEZ, assieme ai
comandi ad esso collegati, consente di selezionare in vario modo le entità
per sottoporle a trasformazioni o altre operazioni di editing e manutenzione. LAYER introduce
invece il concetto di piano di lavoro: una sorta di "uovo di
Colombo" che può facilitare enormemente la gestione del disegno,
riducendo ad esempio drasticamente i tempi di rigenerazione per i disegni più
complessi. Nome comando: SELEZ [SELECT] Gruppo: Editazione e trasformazione geometrica di entità Descrizione: Crea un gruppo di selezione comprendente
una o più entità Opzioni: punto seleziona una entità se toccata su uno spigolo dal cursore di
selezione M selezione
multipla di entità fino a INVIO o spazio F [W] selezione
per finestra che contiene completamente le entità da selezionare I [C] selezione
per finestra che contiene o interseca le entità da selezionare U [L] selezione
dell'ultima entità creata P riselezione del
precedente gruppo di selezione FP [WP] selezione
per poligono chiuso di N lati che include completamente le entità CP selezione per
poligono chiuso che include o interseca le entità NT [F] selezione
per sequenza di segmenti che intersecano le entità C [R] rimuove dal
gruppo le entità successivamente selezionate A aggiunge al
gruppo le entità successivamente selezionate T [ALL] seleziona
tutte le entità che non stiano su piani congelati R [BOX] come F se
il secondo punto è a destra del primo altrimenti come I AU selezione
automatica per singola entità se il cursore ne tocca una, altrimenti per
finestra di tipo inclusivo o inclusivo e a intersezione AN [U] cancella dal
gruppo di selezione l'ultima entità o sottogruppo SI selezione di
una singola entità o di un singolo sottogruppo CTRL+C interrompe
il comando e annulla il gruppo di selezione spazio/INVIO
termina il comando Vedi anche: FILTER, DDSELECT, LAYER Tutti i comandi di gestione e
trasformazione geometrica di entità devono applicare le loro specifiche
funzioni ad una o più entità grafiche. La loro prima richiesta è dunque di
selezionare le entità che dovranno poi essere cancellate, copiate, traslate, ruotate
etc. Come si può
notare dal numero di opzioni, il comando SELEZ è completo e a volte anche di
uso non immediato. Accanto a opzioni semplici come ad esempio la selezione di
una singola entità toccata dal cursore grafico (default) ve ne sono molte altre
più articolate. Anzitutto due tipi di finestre rettangolari, operativamente
simili alla finestra per lo zoom: la finestra che seleziona tutte le entità
che sono completamente incluse al suo interno (F [W] rappresentata a video in
linea continua) e quella, rappresentata da una linea tratteggiata, che
seleziona tutte le entità dell'altra più quelle che intersecano i suoi bordi
(opzione I [C]). Non è comunque necessario dare
esplicitamente queste opzioni: nel caso al momento della selezione il cursore
non individui nessuna entità, il comando si pone automaticamente nella
modalità finestra e il punto dato rappresenterà un vertice del rettangolo di
selezione. Sarà finestra di tipo inclusivo (F [W]) se il secondo punto sarà
posto alla destra del primo, di tipo inclusivo e intersecante (I [C]) se il
secondo punto sarà alla sinistra del primo. Oltre alle
modalità finestra, molto utilizzate e per questo quasi di default, è anche
possibile definire dei poligoni di N lati, sempre mantenendo il concetto di
poligono contenente (FP [WP]) o contenente e intersecante le entità da
selezionare (CP). Un'altra utile opzione (NT [F]) permette di definire un
percorso di segmenti: tutte le entità toccate dai segmenti saranno
selezionate. L'opzione U [L] seleziona l'ultima entità disegnata mentre
l'opzione P riseleziona il precedente gruppo di selezione. Così ad esempio dopo aver selezionato un
insieme di entità per la scalatura è possibile sottoporre lo stesso gruppo ad
altra trasformazione geometrica semplicemente rispondendo P alla richiesta di
selezionare le entità di quest'ultimo comando. Infine è
possibile aggiungere e togliere entità dal gruppo con le opzioni A (per
aggiunge) e C [R] per cancella o remove. Non vi è nessuna differenza tra la
richiesta di selezione data dall'uso del comando SELEZ e quella di ogni altro
comando di gestione o trasformazione di entità. Semplicemente, dato che tali
comandi devono agire su di un gruppo di entità, il comando SELEZ viene
automaticamente richiamato all'inizio di ogni comando in questione. Se si è
usato il comando SELEZ sarà dunque necessario rispondere P alla successiva
richiesta di selezione dei vari comandi, dato che è già stato scelto un
gruppo di entità. Oltre che graficamente e interattivamente
le entità possono anche essere selezionate in funzione del loro tipo (linee,
polilinee, cerchi, archi etc.) o dei loro attributi (colore, layer,
coordinate etc.). Il dialog-box relativo a questo metodo di selezione è
attivato dal comando FILTER. Infine anche il dialog-box DDSELECT consente di
aumentare le funzionalità della selezione di entità. Una
delle forme di selezione più comuni è data dalla finestra che seleziona le
entità completamente incluse in essa (opzione F [W] o per default quando il
cursore non seleziona nessuna entità e il secondo vertice della finestra è a
destra del primo). Il
comando FILTER attiva un dilaog-box che permette di selezionare le entità in
funzione delle loro caratteristiche e dei loro attributi (colore, tipo di
entità, etc.). Nome comando: LAYER trasparente Gruppo: Gestione delle proprietà di entità Descrizione: Gestisce i piani di lavoro (layer) Opzioni: D [M] Crea un nuovo layer e lo rende corrente L [S] Rende
corrente il layer specificato N Crea uno o più
layer (i nomi devono essere separati da una virgola) C Associa il
colore specificato al layer specificato T [L] Associa il
tipolinea specificato al layer specificato ON Rende attivi e
visibili i piani specificati OFF Rende
inattivi e non visibili i piani specificati G [F] Congela e
rende non visibili i piani specificati S [T] Scongela e
rende visibili i piani specificati BL [LO] Blocca i
piani specificati, riparandoli dalle operazioni di editing SB [U] Sblocca i
piani specificati ? Elenca i piani
con colore, tipolinea e parametri di visibilità Vedi anche: DDLMODI, TLINEA [LINETYPE], COLORE [COLOR] Una tra le molte
caratteristiche tipiche del CAD, più che del disegno tradizionale, è data
dall'uso dei layer o piani di lavoro. Un layer può essere paragonato, nella
sostanza, ad un foglio trasparente. Creando e suddividendo le entità grafiche
non su un unico foglio ma su molti fogli trasparenti, posti a perfetto
registro uno sull'altro, è possibile non solo far vedere o meno le entità
poste su un foglio, ma anche "congelare" le entità presenti su
alcuni fogli, per evitare che subiscano determinate operazioni. In sostanza
viene resa disponibile una selezione di entità molto semplice e immediata:
tutto ciò che è posto su di un layer può essere selezionato,
indipendentemente dai suoi attributi o dalla sua collocazione fisica, semplicemente
selezionando il layer. Questo significa
anche che, essendo cura del disegnatore scegliere su quale layer porre una
certa entità, dipenderà dallo stesso disegnatore far sì che tale scelta sia
efficace e produttiva. Così i layer non dovranno essere troppi o troppo pochi
e soprattutto dovranno contenere entità omogenee tra loro sia per quello che
rappresentano che per la fase di editing e manipolazione. E' essenziale poi
che i nomi dati ai layer siano chiari e possibilmente unificati e costanti. Le opzioni più
interessanti, oltre a quelle relative alla creazione e attivazione dei layer,
si riferiscono alla visibilità delle entità poste sui layer. Vi sono tre
possibilità: - Le opzioni ON/OFF rendono visibile o meno
uno o più layer, ma quando il disegno viene rigenerato vengono rigenerate
anche le entità poste sui layer disattivati e non visibili, perdendo
inutilmente tempo. - Le opzioni G [F] e S [T] congelano e
scongelano uno o più layer impedendo, oltre alla selezione delle entità poste
su layer congelati, anche la loro rigenerazione. - Le opzioni BL [LO] e SB [U]
bloccano/sbloccano i layer, consentendo la vista delle entità bloccate ma
impedendone la selezione. Ad un layer
possono inoltre essere associate caratteristiche di colore (definibili anche
con il comando COLORE [COLOR]) e tipo di linea (tratteggiata, puntinata,
continua etc., caricabili nel disegno con il comando TLINEA [LINETYPE]). Vale a dire che disegnando su di un layer,
a meno di indicazioni esplicitamente diverse, le entità avranno
automaticamente il colore e il tipo di linea scelti dal disegnatore per quel
layer. Questa possibilità, se ben sfruttata, consente un notevole risparmio
di tempo sia nell'editing che nella creazione di entità. Infatti in AutoCAD
l'unica via per associare una certa penna del plotter ad una entità è data
dal colore dell'entità stessa. Così tutte le
entità rosse saranno disegnate con la stessa penna, mentre quella penna potrà
disegnare anche entità verdi o bianche, se al momento del plottaggio si è
assegnata quella penna ai colori verde e bianco. Nei casi più comuni la
scelta migliore è probabilmente quella di definire almeno un layer per ogni
colore e per ogni tipo di segno. Dovendo suddividere da un punto di vista
logico entità che per il disegno dovrebbero avere lo stesso segno (e dunque
lo stesso colore) è comunque possibile creare nuovi layer di servizio, dotati
di colori diversi, ricordando però che non è opportuno assegnare lo stesso
colore a entità che dovranno essere tracciate su carta con penne diverse. Il dialog-box
attivato dal comando trasparente DDLMODI consente di definire a video tutti i
parametri del comando LAYER. Il
comando DDLMODI attiva un dialog-box molto utile per tenere sotto controllo
tutte le caratteristiche dei layer. Sarà possibile cambiare facilmente il
nome o il colore o il tipo di linea associati ad un layer, bloccarlo o
sbloccarlo, congelarlo o semplicemente disattivarlo. Nome comando: UNITA [UNITS] trasparente Gruppo: Gestione delle proprietà di entità Descrizione: Definisce il sistema di misura lineare e
angolare Opzioni: Richiede l'immissione delle opzioni per la scelta delle unità di
misura e delle cifre decimali rappresentate a video Vedi anche: DDUNITS Definisce il
sistema di misura lineare e angolare usato nel disegno. I possibili sistemi
di misura lineari sono: scientifico (es. 1.55E+01), decimale (15.50, da usare
normalmente), ingegneristico (tipico dei paesi anglosassoni, es. 1' -3.50''),
architettonico (anch'esso tipico degli USA, es. 1' - 3 1/2'') o frazionario
(15 1/2). Viene anche richiesto il numero di cifre decimali rappresentate a
video e nei comandi LISTA, DIST, ID etc. Per quanto attiene il sistema
angolare questo può essere scelto tra: gradi (es. 45.0000),
gradi/minuti/secondi (45d 0' 0''), gradi centesimali (usati in topografia,
es. 50.0000g), radianti (0.7854r) e unità topografiche (N 45d 0' 0'' E).
Anche in questo caso viene richiesto il numero di cifre decimali visualizzate
e, inoltre, l'asse di riferimento per il calcolo degli angoli (con notazione
"aviatoria": Est = asse positivo delle X, Nord = asse positivo Y,
Ovest = asse negativo X, Sud = asse negativo Y, altra direzione da indicare
con due punti) e il verso del sistema angolare (orario o anti-orario). Il riquadro di
dialogo attivato dal comando DDUNITS consente di immettere interattivamente
tutte le indicazioni viste sopra. Il
comando UNITA [UNITS] consente di definire le unità di misura utilizzate nel
disegno corrente. Il comando DDUNITS attiva un dialog-box che permette una
scelta più semplice e immediata. Nome comando: STATO [STATUS] trasparente Gruppo: Utilità generale Descrizione: Visualizza alcuni parametri del disegno e
l'occupazione di memoria Opzioni: Nessuna AutoCAD è particolarmente esigente per
quanto riguarda la disponibilità di memoria RAM. Per un disegno di 1 MB
l'occupazione di RAM può arrivare anche a 2 o 3 MB, dato che viene creato un
data-base interno per la gestione rapida delle entità. Il comando STATO
fornisce molte informazioni sui parametri operativi del disegno e alcuni dati
sull'occupazione di memoria e sulla memoria RAM ancora disponibile. Infatti, se non è
più disponibile memoria RAM, AutoCAD è costretto a utilizzare la memoria del
disco rigido come area di lavoro, rallentando enormemente le operazioni di
rappresentazione e gestione del disegno. E' dunque importante, nel caso di
disegni molto complessi, tenere sempre controllata la gestione della memoria
e la sua disponibilità. Nel caso si esaurisca la memoria RAM un espediente
per diminuire le necessità del programma è dato dal chiudere la sessione di
editing, salvando i cambiamenti. Ripetendo due o tre volte questa operazione
(apertura e salvataggio con il comando FINE [END]) si riduce a volte
drasticamente la quantità di memoria utilizzata da AutoCAD, perdendo però la
possibilità di annullare le operazioni eseguite nella sessione precedente. Nome comando: TEMPO [TIME] Gruppo: Utilità generale Descrizione: Visualizza la durata di editing di un
disegno Opzioni: V [D] mostra la data e l'ora correnti I [ON] attiva il
cronometro per il calcolo del tempo di editing F [OFF] ferma il
cronometro per il calcolo del tempo di editing A [R] azzera il
cronometro per il calcolo del tempo di editing Il comando TEMPO
è utile soprattutto per controllare le ore di editing effettivo, o meglio il
tempo di realizzazione del disegno. Nome comando: SHELL oppure SH Gruppo: Utilità generale Descrizione: Sospende la sessione e passa al sistema
DOS (rientro in AutoCAD con EXIT) Opzioni: Nessuna Vedi anche: DIR Il comando SHELL
o SH consente di sospendere la sessione di editing e passare temporaneamente
al DOS (anche nella versione WINDOWS). Mentre SHELL passa al sistema DOS fino a
che non si rientra dando il comando EXIT (da DOS), il comando SH consente di
immettere un solo comando DOS per poi rientrare automaticamente nell'ambiente
AutoCAD. Nome comando: DIR Gruppo: Utilità generale Descrizione: Esegue il comando DIR del sistema DOS Opzioni: Come per il comando DIR del sistema DOS Vedi anche: SHELL, SH, FILE [FILES] Quando si
desidera avere informazioni circa i file di una directory anziché utilizzare
i comandi SHELL (o SH) e il comando DIR del DOS è possibile simulare quel
comando direttamente dall'interno di AutoCAD, con le stesse modalità del DOS. Esiste un'apposita voce del menu pull-down
(File Utilità [File Utilities]) che consente di ottenere quelle e altre
informazioni. Lo stesso risultato è dato dall'attivazione del comando
trasparente FILE [FILES]. APPROFONDIMENTI Prime personalizzazioni di AutoCAD 12 AutoCAD è un programma personalizzabile
nell'interfaccia grafica e, soprattutto, nella gestione della sessione di
lavoro. Una buona organizzazione del programma consente un notevole risparmio
di tempo e la produzione di disegni migliori. Nella gestione di
un disegno complesso è di grande importanza la fase di pianificazione. Quando
il numero di entità supera la soglia di alcune centinaia è necessario avere
dei riferimenti certi, rispetto ai quali prendere decisioni relative
all'editing, alla rappresentazione a video, al disegno su carta, alla
creazione di nuove entità. Ad esempio l'uso accorto dei layer e dei colori si
rivela spesso decisivo nell'abbattere i tempi di editing, mentre una buona
scelta dei valori di alcune variabili di sistema può raddoppiare la velocità
degli zoom e delle rigenerazioni del disegno sul video. Infatti usando il valore 10, per il comando
VISTARIS [VIEWRES], anziché 100 (valore di default), un disegno formato di
cerchi, archi e curve impiega circa la metà del tempo di rigenerazione.
Introducendo un valore pari a 1000 il tempo viene più che triplicato rispetto
al default. AutoCAD consente di definire un file
disegno come "disegno prototipo", vale a dire che tutte le
variabili di quel disegno, le viste e i piani definiti, gli stili di testo e
i tipi di linea saranno automaticamente usati in tutti i nuovi disegni che si
riferiscono a quel file prototipo. E' dunque importante dedicare alcune ore
alla ricerca della configurazione più idonea alle proprie necessità, definire
ad esempio alcuni layer dotati di colori e tipi di linee prefissati una volta
per tutte, per poi utilizzare sempre la stessa configurazione di file
prototipo. Nel caso i propri
disegni abbiano caratteristiche molto diverse tra loro è anche possibile
definire più di un file prototipo, in funzione delle varie categorie previste. Anche il file di aiuto ACAD.HLP, in formato
ASCII e dunque gestibile con un qualsiasi word-processor,
può essere personalizzato sia cambiando la descrizione dei comandi (ad
esempio aggiungendo proprie considerazioni o esempi), sia inserendo voci
completamente nuove. La nuova voce,
per essere riconosciuta come tale, dovrà essere preceduta dal simbolo \ (barra rovesciata). Ad esempio, se
nel file ACAD.HLP si è definita la nuova voce \INIZIARE seguita da alcune
righe di testo, verrà visualizzato questo stesso testo se all'interno di
AutoCAD sarà richiamato il comando AIUTO [HELP] (oppure ?) seguito dalla voce
INIZIARE. Spesso accade di dover usare molte volte
non solo uno stesso comando (in questo caso è sufficiente premere la barra
spaziatrice per richiamare l'ultimo comando immesso), ma una sequenza di
comandi o anche solo un comando ma con una particolare opzione. In questo
caso è possibile creare delle semplici funzioni in LISP da aggiungere alla
fine del file ACAD.LSP che viene caricato all'inizio di ogni sessione di
lavoro. La funzione deve
avere una forma simile alla seguente: (DEFUN
C:nome_comando ( ) (command
"._LINE" "_END" pause "_END" pause
"") oppure (command "LINEA" "FIN" pause
"FIN" pause "") (command
"._CIRCLE" "_MID") ) Le parentesi
tonde e le virgolette vanno tutte mantenute e così anche l'intestazione DEFUN C: che precede la parola nome_comando, la quale deve essere
sostituita con il nome che si è deciso di dare al nuovo comando, richiamabile
all'interno della sessione di editing come qualsiasi altro. La parola command indica all'interprete LISP di
AutoCAD che sarà seguita da un comando tra virgolette, mentre pause consente all'utente di immettere
il punto. Le doppie virgolette finali (senza spazio al loro interno)
concludono il comando LINE (il punto e la lineetta che precedono i nomi
inglesi dei comandi e delle opzioni consentono di usare questa funzione anche
con versioni non italiane e con i comandi rinominati o sospesi. Volendo è
però sempre possibile usare i nomi italiani). Questo nuovo comando crea un
segmento a partire da due estremità di altre entità esistenti e
successivamente crea un cerchio il cui centro è posto nel punto di mezzo di
un'entità da selezionare di volta in volta. Il comando CIRCLE non è concluso
ma, una volta avviato, termina il suo corso senza difficoltà. AutoLISP, il linguaggio LISP di AutoCAD,
consente evidentemente di creare comandi ben più complessi di quello appena
descritto: un apposito manuale di riferimento illustra nei dettagli tutte le
funzioni del linguaggio. E' comunque utile verificare le funzioni
svolte dai molti programmi LISP (con suffisso .LSP) forniti a corredo di
AutoCAD. Per caricarli nel disegno corrente è necessario digitare: (load
"nome_file"). AutoCAD 12 per WINDOWS: gli Appunti. Nonostante apparentemente non vi siano
grandi differenze tra AutoCAD 12 per DOS e WINDOWS, l'ambiente operativo
WINDOWS permette alcune funzionalità nuove e interessanti. In questo capitolo
ci si occuperà dell'utilizzo degli Appunti di WINDOWS. Gli Appunti di
WINDOWS costituiscono un comodo e semplice sistema per inserire all'interno
di un programma entità grafiche o testuali prodotte dallo stesso o da un
altro programma. Ad esempio è possibile selezionare tutto o una parte dello
schermo grafico di AutoCAD e inserirlo, come immagine, all'interno di una
relazione. In AutoCAD gli Appunti consentono le
seguenti funzioni: - Copiare alcune entità grafiche
all'interno di uno stesso disegno. - Copiare alcune entità grafiche da un
disegno ad un altro. - Copiare alcune entità grafiche da un
disegno AutoCAD ad un altro programma WINDOWS o viceversa. Il menu Edita
contiene sei comandi dedicati agli Appunti: - COPIA IMMAGINE.
Richiede la selezione di una finestra e la copia negli Appunti in formato
bitmap. Volendo salvare l'intero schermo
direttamente su file in formato .BMP è necessario usare il comando Salva DIB
del menu File. - COPIA VETTORI.
Richiede la selezione di una o più entità e le copia negli appunti in formato
Metafile WINDOWS (per gli altri programmi) o in formato AutoCAD (nel caso si
vogliano ricopiare le entità in AutoCAD stesso). - COPIA
INCORPORAZIONE. Copia negli Appunti le entità, pronte per essere incorporate
(l'embedding di OLE) in un file
gestito da un altro programma. Il disegno incorporato non verrà toccato dalle
modifiche subite dal disegno originale. - COPIA
COLLEGAMENTO. Copia negli Appunti le entità pronte per essere collegate (il linking di OLE) ad un altro file,
gestito da un altro programma. Quando si farà un doppio click sull'immagine
verrà richiamato AutoCAD e le eventuali modifiche in AutoCAD si trasferiranno
al disegno collegato. Un disegno può essere collegato a molti file diversi,
senza limiti di numero. - INCOLLA. Copia
nel disegno il contenuto degli Appunti di WINDOWS. - INCOLLA
COMANDO. Il contenuto degli Appunti (che deve essere in formato testo) viene
usato come se si trattasse di input da tastiera. Se gli Appunti contengono
una sequenza valida di comandi questi vengono eseguiti. AutoCAD utilizza
tre formati per gli Appunti, oltre al formato testo: - Formato bitmap,
costituito da una matrice raster di
pixel colorati. E' il formato più classico e comune di WINDOWS, usato da
quasi tutti i programmi. - Formato
AutoCAD, nel caso gli appunti siano ricopiati all'interno di un disegno
AutoCAD. In questo caso vengono conservate tutte le informazioni relative
alle entità. Gli appunti vengono copiati come un
"blocco", un'entità che verrà descritta nelle prossime lezioni.
Volendo riottenere le singole entità distinte una dall'altra è sufficiente
eseguire il comando ESPLOSO [EXPLODE] e selezionare una qualsiasi entità del
blocco. - Formato
Metafile di WINDOWS, di tipo vettoriale. E' accettato da tutti i programmi
WINDOWS che operano con file di tipo .WMF. L'immagine può essere ingrandita
senza perdite di qualità grafica. AutoCAD è in grado di importare ed
esportare file nel formato .WMF, per mezzo dei comandi WMF In e WMF Out della
voce Importa/Esporta del menu File. E' però da tenere presente che le entità
importate in questo modo saranno visivamente simili ma non identiche alle
originali. Ad esempio una polilinea dotata di spessore verrà importata come
un blocco costituito da un insieme di poligoni, del tipo di quelli generati
dal comando POLIG [SOLID].
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